Uno studio della Commissione Ue fa il punto sulle questioni legali legate ai trasferimenti transfrontalieri di calciatori.

A diciassette anni dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea nel caso Bosman (15 dicembre 1995, C-415/93), la Commissione europea fa il punto sui costi sostenuti dalle società calcistiche nei trasferimenti di calciatori, analizzando i problemi giuridici, tra i quali quello della legge applicabile ai trasferimenti transfrontalieri di sportivi. Nello studio redatto dal KEA European Affairs e dal CDES, Centre for the Law and Economics of Sport, del gennaio 2013, diffuso il 7 febbraio (http://ec.europa.eu/sport/library/documents/f-studies/study-transfers-final-rpt.pdf), la Commissione lancia l’allarme sulle ingenti spese (3 miliardi di euro l’anno) per i trasferimenti dei calciatori che finiscono per arricchire i club già ricchi a discapito delle piccole società che hanno investito sulla formazione dei calciatori. Le regole attuali per i trasferimenti – ha sostenuto il commissario europeo per lo sport Androulla Vassiliou – non assicurano “un giusto equilibrio nel settore del calcio né condizioni di equità nei campionati nelle coppe”. In prospettiva, per Bruxelles, sarà necessario prevedere limiti al numero di giocatori per società, con un riesame della questione della “proprietà di terzi”. Indispensabili, poi, meccanismi di solidarietà a tutela dei club più piccoli e regole per limitare i costi di trasferimento gonfiati, con clausole di riscatto nei contratti dei giocatori proporzionate. Una parte della studio è dedicato alle questioni relative alla legge applicabile ai contratti che si occupano di trasferimenti (2.3.1) e alla trasposizione dei principi fissati dalla Corte di giustizia Ue (ad esempio con riguardo alla sentenza del 18 luglio 2006, C-519/06, Meca-Medina) sul piano pratico.

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