La Corte di Cassazione ha pubblicato, il 30 novembre, una relazione tematica che contiene un approfondimento degli effetti della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 28 ottobre 2021 (Succi ed altri contro Italia, nn. 55064/11, 37781/13 e 26049/14), “sui requisiti formali del ricorso in cassazione: i principi affermati dalla Corte di Strasburgo a confronto con l’attuale giurisprudenza della Corte di cassazione” (Ricorso in cassazione). La Corte europea ha stabilito che lo scopo del principio dell’autosufficienza del ricorso è legittimo e conforme all’articolo 6 della Convenzione dei diritti dell’uomo perché si propone di conciliare l’obiettivo di garantire processi di durata ragionevole, certezza del diritto e corretta amministrazione della giustizia, ma non può trasformarsi, nel suo concreto operare, in strumento per diminuire il carico di lavoro della Corte e portare a un’applicazione troppo formale dei limiti stabiliti per i ricorsi, incidendo, così, in alcuni casi, sul diritto di accesso alla giustizia.
Nel rapporto si parte con un’analisi della sentenza, della quale è riportata anche una traduzione in italiano, per poi analizzare la giurisprudenza di legittimità relativa agli ultimi quattro anni e funzionale ad approfondire le questioni centrali sul principio di autosufficienza e sui requisiti di forma richiesti per l’ammissibilità del ricorso in Cassazione. Segue un esame delle conseguenze della declaratoria dell’inammissibilità in materia di responsabilità processuale aggravata e della revocabilità per errore. L’ultima parte è dedicata a un confronto tra pronuncia Cedu e sentenze interne.
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