Dopo il primo no al referendum sulla ratifica del Trattato di Lisbona, l’Irlanda, malgrado il via libera al secondo referendum, aveva deciso di tenere conto delle perplessità e delle preoccupazioni della popolazione e aveva proposto un progetto di modifica del Trattato attraverso l’adozione di un Protocollo secondo quanto previsto dall’articolo 48, par.2 del Trattato Ue che si occupa delle procedure di revisione. Dopo il sì del Parlamento europeo e del Consiglio è stata adottata, l’11 maggio 2012, la decisione del Consiglio europeo (decisione) che ha spianato la strada all’adozione del Protocollo concernente le preoccupazioni del popolo irlandese relative al Trattato di Lisbona (protocollo). In pratica, con il Protocollo, è stabilito il primato delle norme costituzionali irlandesi in materia di famiglia, di diritto alla vita e all’istruzione sulle norme della Carta dei diritti fondamentali che non possono influenzare le disposizioni costituzionali. In secondo luogo, l’Irlanda ha posto un freno all’azione dell’Unione europea in materia di politica fiscale e di sicurezza e difesa. Con riguardo al primo settore, il Protocollo frena ogni intervento dell’Unione in materia fiscale stabilendo che nessuna disposizione del Trattato di Lisbona modifica la portata e l’esercizio della competenza dell’Unione in materia di fiscalità. Sul fronte della difesa, è stabilito che l’azione dell’Unione europea lascia impregiudicata la politica di sicurezza e di difesa di ciascuno Stato membro e non può incidere sulla neutralità dell’Irlanda.
Il Protocollo entrerà in vigore il 30 giugno 2013.
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