Diplomazia al lavoro in tutto il mondo, seppure con tempi diversi, per salvare l’Ucraina dall’aggressione russa. Dopo l’autorizzazione all’uso della forza decretata dal Parlamento russo, su istanza del Presidente Putin, che si prepara ad intervenire militarmente in Crimea (in realtà lo ha già fatto con forze paramilitari), il Regno unito (Regno Unito) ha chiesto l’immediata convocazione del Consiglio di sicurezza che si è riunito ieri ribadendo in una dichiarazione l’importanza di salvaguardare l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Nella stessa direzione anche il Segretario generale Ban Ki-moon (United Nations Secretary-General Ban Ki-moon’s Statements). Nessun dubbio, infatti, che l’intervento in Ucraina costituirebbe una violazione dell’articolo 2, par. 4 della Carta Onu che vieta la minaccia e l’uso della forza.
Il Consiglio di sicurezza ha chiesto a tutte le parti di evitare un’escalation della situazione (United Nations News Centre – As Security Council holds urgent talks, UN officials urge dialogue to resolve Ukraine crisis), anche se forse il dado è tratto considerando che da diversi giorni, in Crimea, secondo le modalità di intervento tipiche russe, si aggirano uomini armati, seppure non identificati attraverso le uniformi.
Gli Stati Uniti, nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza, hanno proposto di inviare degli osservatori – dell’OSCE o dell’ONU -, ma è difficile che ciò possa avvenire (Remarks by Ambassador Samantha Power, U.S. Permanent Representative to the United Nations, at a Security Council Stakeout on Ukraine). Certo, però, la mossa di Putin, salutato frettolosamente come il salvatore del diritto internazionale quando aveva bloccato l’azione in Siria, indebolisce la posizione Usa.
Per quanto riguarda la NATO, il Segretario generale Rasmussen, prima della riunione della Commissione NATO-Ucraina, ha reso una dichiarazione alla stampa, ribadendo la violazione della Carta Onu da parte della Russia e il diritto del popolo ucraino di scegliere il proprio futuro senza ingerenze esterne. Di qui la richiesta a Putin di bloccare le attività militari (http://www.nato.int/cps/en/natolive/opinions_107663.htm).
L’Unione europea, in una chiara sottovalutazione della questione, si riunirà domani, 3 marzo, per discutere delle misure (?) da adottare, forse già dopo l’invasione della Crimea. Per ora c’è stata solo una dichiarazione dell’Alto Rappresentante della politica estera e di sicurezza comune (PESC) mentre è evidente, anche dalle dichiarazioni francesi al Consiglio di sicurezza (Francia), che la riunione si sarebbe dovuta svolgere ben prima. Ma forse il weekend è sacro.
Qui la posizione ucraina (Address of Permanent Representative of Ukraine to the United Nations Yuriy Sergeyev to all UN Member-States and Observer Missions, President of the UN Security Council, UN Secretary-General – News – MFA of Ukraine).
Si veda anche il Memorandum di Budapest del 1994 https://en.wikisource.org/wiki/Ukraine._Memorandum_on_Security_Assurances
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