Turchia: monitoraggio continuo per la grave repressione dei diritti umani

L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa mantiene accesi i riflettori sulla grave situazione dei diritti umani in Turchia. Il 25 aprile, infatti, l’Assemblea ha adottato la risoluzione n. 2156 con 113 sì, 45 no e 12 astensioni, con la quale ha deciso che il monitoraggio sulla Turchia, finalizzato a verificare il funzionamento delle istituzioni democratiche, deve continuare (2156). La decisione è la diretta conseguenza dell’allarmante rapporto, Doc. n. 14282, del 5 aprile (14282), redatto da Ingebjørg Godskesen e Marianne Mikko. Il testo evidenzia che nove mesi dopo il tentativo di colpo di Stato, “la situazione si è aggravata e le misure sono andate al di là di quanto necessario e proporzionato”. Le autorità governano “emanando decreti legge”, andando ben oltre quello che una situazione d’emergenza richiederebbe e superando la competenza legislativa del parlamento. Aleggia poi nuovamente lo spettro della reintroduzione della pena di morte che sarebbe di sicuro incompatibile con l’appartenenza al Consiglio d’Europa. In pratica, da quasi un anno la Turchia utilizza misure sproporzionate, con le autorità di Governo che hanno allontanato ben 5mila accademici e 1/4 tra giudici e procuratori. Senza dimenticare i 150 giornalisti arrestati, molti dei quali in custodia senza essere a conoscenza delle accuse rivolte, a cui si aggiungono 2.500 cronisti che hanno perso il lavoro. Migliaia i ricorsi pendenti dinanzi alla Corte costituzionale che non ha ancora deciso sulla propria competenza per i ricorsi individuali contro i decreti legge adottati all’indomani del golpe. Con tanti individui che, in pratica, vivono in un limbo giudiziario anche perché la Corte europea ha dichiarato irricevibili alcuni ricorsi per il mancato rispetto del previo esaurimento dei ricorsi interni proprio in ragione del fatto che la Corte costituzionale turca non si è ancora pronunciata sui ricorsi.

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/commissione-venezia-la-turchia-non-rispetta-gli-standard-democratici.html

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