Tratta di bambini e conflitti: pubblicato un rapporto ONU

Per la prima volta, è stato pubblicato un rapporto delle Nazioni Unite sull’utilizzo in guerra della tratta di bambini come strumento per terrorizzare le comunità e supportare i conflitti attraverso il reclutamento e l’impiego dei minori nelle guerre, uccisioni e mutilazioni, stupri e altre forme di violenza sessuale, rapimenti, attacchi a scuole e ospedali, in contesti in cui viene generalmente impedito l’accesso agli aiuti umanitari (Child-trafficking-and-armed-conflict-web). Nel documento, presentato il 3 ottobre dal Rappresentante speciale per i bambini e i conflitti armati, Virginia Gamba, con la collaborazione del Relatore speciale sulla tratta di persone, in particolare donne e bambini, Siobhán Mullay, sono state evidenziate le gravi violazioni del diritto umanitario e del diritto internazionale penale, dei diritti umani e dei diritti dei rifugiati e sono stati presi in esame sette Paesi ossia la Colombia, la regione del bacino del Ciad, la Libia, Myanmar, il Sud Sudan, la Siria e l’Ucraina e sono state evidenziate le modalità che conducono alla tratta di bambini, utilizzata dalle parti in guerra. La tratta – si legge nel documento – ha diverse forme tra le quali lo sfruttamento sessuale e la schiavitù sessuale, il matrimonio infantile, il reclutamento e l’impiego di minori nei conflitto e, in via generale, mostra differenze in base al genere perché i bambini hanno maggiori probabilità di essere reclutati nei conflitti, mentre le bambine vengono destinate a matrimonio o sfruttamento sessuale. Così accade in Siria, ad esempio, dove dopo oltre dieci anni di conflitto molte bambine sono ancora costrette a sposare membri dell’ISIS.

Nel generale disinteresse rispetto al dramma della tratta dei bambini collegata ai conflitti si è anche rafforzato un clima di impunità che permane anche nelle fasi di transizione. Nel documento sono indicate alcune raccomandazioni agli Stati membri delle Nazioni Unite, inclusa la necessità di non prevedere forme di punizione per i bambini vittime di tratta che non possono essere considerati complici. Inoltre, sono stati chiesti interventi per eliminare l’apolidi, favorire la registrazione universale di tutti i bambini e sradicare l’estrema povertà.

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