Il Comitato dei ministri ha approvato, oggi, la Convenzione per combattere il traffico di organi. Il testo (Committee of Ministers ), a fine anno, sarà aperto alla firma degli Stati membri del Consiglio d’Europa, di Stati terzi e dell’Unione europea. Per l’entrata in vigore di questa nuova Convenzione che vuole combattere una pratica pericolosa per la salute e contraria ai diritti umani, è richiesta la ratifica di 5 Stati di cui almeno tre membri del Consiglio d’Europa. In primo piano, l’obbligo degli Stati di stabilire sanzioni penali e prevedere come reati atti come il prelievo illegale di organi da cadaveri e viventi, senza il consenso di questi ultimi. La Convenzione chiede però agli Stati di punire in sede penale non solo chi compie il prelievo o aiuta nella commissione di un simile atto, ma anche coloro che utilizzano detti organi. Inoltre, il testo si occupa della protezione delle vittime con la previsione di forme di riparazione. Sul fronte delle sanzioni, la Convenzione richiede l’adozione, verso gli autori di reato, di pene privative della libertà personale, lasciando, invece, libertà alle autorità nazionali per l’individuazione di misure nei confronti delle persone giuridiche che, così, potranno essere penali, amministrative o civili. Oltre a prevenire e combattere il traffico di organi funzionale all’esecuzione di trapianti e ad assicurare la tutela delle vittime, la Convenzione punta a facilitare la cooperazione a livello nazionale e internazionale. La Convenzione, oltre alla parte relativa al diritto penale sostanziale, si occupa dei titoli di giurisdizione attribuendo la competenza al giudice sul cui territorio è stato commesso il reato o di cui l’autore ha la nazionalità o la residenza abituale. Per monitorare la corretta attuazione della Convenzione è prevista l’istituzione di un Comitato ad hoc.
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