Terzo rapporto annuale del Consiglio d’Europa sullo stato dei diritti umani

E’ stato diffuso il terzo rapporto annuale del Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, sullo stato dei diritti umani, della democrazia e della rule of law in Europa (report 2016). Un anno difficile, il 2015, tra terrorismo e misure nazionali per combattere gli attacchi terroristici che spesso hanno comportato arretramenti nella democrazia e nelle libertà fondamentali. Il rapporto è articolato in cinque sezioni: la prima dedicata all’imparzialità e all’indipendenza del sistema giudiziario, segue la libertà di espressione, la libertà di riunione e di associazione, i diritti legati alla democrazia (tra gli altri, diritto alle libere elezioni, separazione dei poteri), i diritti legati a una società inclusiva, con particolare riguardo ai migranti. Nell’ottica di tutelare le categorie più vulnerabili, il Segretario generale mette in evidenza la necessità di assicurare l’accesso alla giustizia. Grande preoccupazione per la libertà di stampa a causa dell’incremento dei casi di sorveglianza a danno dei reporter e di violazione del diritto dei giornalisti alla segretezza delle fonti. Dalla piattaforma sulla protezione dei giornalisti (qui il sito http://www.coe.int/en/web/media-freedom/) risulta che la situazione è peggiorata in ben 27 Stati del Consiglio d’Europa, con 160 casi di allerta da aprile 2015 ad oggi di cui ben 101 a livello 1 (il più grave).

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