La Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo dovrà pronunciarsi sulle misure di congelamento dei beni decise dal Consiglio di sicurezza Onu. Il 20 ottobre, infatti, la Camera ha deciso di passare il caso Nada contro Svizzera (ricorso n. 10593/08) al massimo organo giurisdizionale di Strasburgo (COURT_n3307113_v3_Relinquishment_in_favour_of_the_Grand_Chamber_-_Nada_v__Switzerland). Il ricorso è stato presentato da un cittadino italiano che vive a Campione d’Italia e che era stato incluso nelle blacklist adottate dal Consiglio di sicurezza nell’ambito della lotta al terrorismo. Sulla base di una risoluzione Onu, il Consiglio federale svizzero aveva disposto il congelamento dei beni e deciso il divieto di transito e ingresso in Svizzera. Il ricorrente aveva richiesto la cancellazione del suo nome dall’elenco (anche perché le indagini nei suoi confronti erano state archiviate), ma l’istanza era stata respinta dalla Corte federale svizzera per assicurare il rispetto degli obblighi internazionali. Di qui il ricorso a Strasburgo per violazione del diritto alla libertà personale (articolo 5 della Convenzione europea), dell’articolo 8 che assicura il rispetto alla vita privata e familiare e dell’articolo 13 che garantisce una tutela giurisdizionale effettiva.
La Francia e il Regno Unito hanno chiesto di intervenire nel procedimento.
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