Sull’aggressione pieni poteri al Consiglio di sicurezza

La Conferenza di revisione sullo Statuto della Corte penale internazionale chiude i battenti, a Kampala (Uganda), con una risoluzione sulla definizione della nozione di aggressione e sulle condizioni in base alla quali la Corte potrà esercitare la propria giurisdizione (http://www.icc-cpi.int/NR/exeres/CF95BB41-B15A-45DA-B8CF-33E873E73829.htm).
Spetta sempre al Consiglio di sicurezza stabilire se un atto può essere qualificato come aggressione con riguardo sia a Stati parti sia a Stati che non hanno ratificato il Trattato di Roma. Tuttavia, durante i lavori della Conferenza, è stato deciso che il procuratore in assenza di una determinazione del Consiglio potrà iniziare indagini di propria iniziativa o su richiesta di uno Stato parte, previa autorizzazione della pre-trial division. In questo caso, la Corte non ha giurisdizione se l’atto è stato compituto sul territorio di uno Stato non parte. Il Consiglio di sicurezza però mantiene il potere di bloccare le indagini.

In pratica, però, tutto è rimandato al 1° gennaio 2017: entro questa data gli Stati dovranno adottare una decisione su quest’emendamento.

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