Suicidio assistito: si pronunciano i giudici inglesi – Right to die: Court of Appeal Judgment

Spetta al Parlamento decidere sul fine vita. Detto questo, però, non è impedito ai giudici interni verificare la compatibilità del Suicide Act con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Lo ha stabilito la Corte di appello inglese con la sentenza R. (Conway) contro il Segretario di Stato per la giustizia [2017]EWHC 2447, depositata il 27 giugno 2018, con la quale i giudici inglesi hanno confermato il giudizio della Divisional Court alla quale si era rivolto un uomo afflitto da una malattia neurovegetativa (conway-judgment-27062018). Sottoposto a ventilazione assistita, immobile e gravemente malato, con una prognosi di 6 mesi di vita, l’uomo aveva chiesto di ottenere un’assistenza al suicido, vietata dal Suicide Act del 1961. La sua istanza era stata respinta. Il giudizio è stato confermato dai giudici di appello. 

Nodo centrale la compatibilità della legge sul suicidio del 1961 con lo Human Rights Act del 1998 con il quale è stata data esecuzione alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Secondo il ricorrente, nel vietare l’assistenza al suicidio la legge inglese sarebbe in contrasto con l’articolo 8 della Convenzione che assicura il diritto al rispetto della vita privata. La Corte di appello ha condiviso la posizione della Divisional Court con riguardo alla circostanza che per effettuare una scelta su temi sensibili come il suicido assistito è il Parlamento l’organo che si trova nella situazione migliore per decidere e per effettuare una valutazione circa la proporzionalità del divieto. La Corte ha anche tenuto a precisare che proprio su questo tema la maggior parte degli Stati europei ha una posizione analoga a quella del Regno Unito. Se, quindi, la Corte non ha accolto il ricorso che con ogni probabilità arriverà alla Corte Suprema, la Corte ha escluso una preclusione circa la valutazione da parte dei giudici sulla compatibilità con le regole in materia di diritti umani proprio perché la pronuncia Pretty v. Director of Public Prosecutions non è un precedente vincolante per i giudici interni in ordine all’applicazione dell’articolo 8 della Convenzione.

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