Strategia di prioritarizzazione: la Corte europea interviene sui casi di impatto

Il processo di riforma avviato dopo l’approvazione della Dichiarazione di Interlaken del 19 febbraio 2010 arriva a un punto cruciale. La Corte europea dei diritti dell’uomo è riuscita ad approdare a un taglio significativo dei ricorsi pendenti da 160mila nel 2011 a 65mila nel 2020 e, adesso, Strasburgo punta a un salto di qualità ulteriore mettendo a punto il sistema di prioritarizzazione che ha permesso di risolvere i casi più urgenti e importanti e di individuare sette categorie in base alle quali alcuni ricorsi devono essere considerati irricevibili. La Corte, però, vuole ridurre i tempi per l’adozione di sentenze sui casi di grande rilievo per l’interpretazione e l’applicazione della Convenzione e, così, ha presentato, il 17 marzo, la nuova Strategia che mira a un miglioramento in termini non solo di tempi, ma anche di qualità e di chiarezza nel funzionamento (Strategia Corte). In questa direzione sono stati introdotti i casi “ad impatto” tra i quali vi sono i ricorsi che possono portare a un cambiamento o a un chiarimento della legislazione e della prassi internazionale o interna; i casi che riguardano questioni morali o sociali o che affrontano questioni emergenti relative ai diritti umani. Proprio i casi di impatto costituiscono il nucleo della nuova strategia di Strasburgo che porterà la Corte a dare la precedenza ai casi che rientrano nelle categorie da I a III e ai casi di impatto secondo la categoria IV.

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