Strasburgo bacchetta l’Italia anche sulla legge Pinto

Un serio pericolo per il rispetto della rule of law, con un diniego dei diritti stabiliti nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo. E’ quanto sostenuto dal Comitato dei Ministri che ha passato in rassegna lo stato di esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo da parte dell’Italia. Nella risoluzione interlocutoria adottata il 2 dicembre scorso (https://wcd.coe.int/wcd/ViewDoc.jsp?id=1715973&Site=CM&BackColorInternet=C3C3C3&BackColorIntranet=EDB021&BackColorLogged=F5D383) il Comitato ha evidenziato l’allarmante situazione nel nostro Paese sul quale grava un enorme arretrato e che continua ad avere un problema strutturale per quanto riguarda la durata dei processi. Tanto più che la legge Pinto non funziona: dinanzi alla Corte pendono oltre 500 ricorsi riguardanti esclusivamente il ritardo nel pagamento degli indennizzi secondo la legge n. 89/2001. Segno che anche il rimedio predisposto per riparare alla durata eccessiva dei processi non è efficace.

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