La cancelleria della Corte europea dei diritti dell’uomo ha diffuso una nuova scheda informativa sulla giurisprudenza di Strasburgo in materia di sorveglianza sul lavoro, con particolare attenzione ai casi di video sorveglianza (Scheda). Un tema che è diventato centrale e che la Corte ha già affrontato con alcune sentenze che hanno poi guidato i giudici nazionali. In particolare, a partire dalla sentenza della Grande Camera nel caso Barbulescu contro Romania, la Corte ha sottolineato l’obbligo di bilanciamento tra diritti del datore di lavoro legati al controllo dei dipendenti in particolare per assicurare che gli strumenti aziendali messi a disposizione siano utilizzati solo a fini professionali e diritto alla tutela della privacy del lavoratore. La guida è giornata a gennaio 2022 ed è inclusa, infatti, anche la sentenza Adomaitis contro Lituania.
L’esame è svolto tenendo conto delle comunicazioni via mail, della videosorveglianza dei lavoratori e dell’utilizzo dei computer aziendali. A quest’ultimo riguardo, nella scheda è ricordata la sentenza del 22 febbraio 2018 nel caso Libert contro Francia con la quale Strasburgo è intervenuta attenuando la tutela della privacy a vantaggio del datore di lavoro, pur chiarendo la necessità del pieno rispetto degli obblighi informativi circa i controlli verso i lavoratori. L’analisi, nella scheda informativa, è rivolta soprattutto all’interpretazione dell’articolo 8 della Convenzione che assicura il diritto al rispetto della vita privata, che viene in rilievo nei casi di sorveglianza, anche delle comunicazioni elettroniche.
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