Sentenze CEDU e interventi delle corti costituzionali nazionali in un documento del Comitato dei ministri

Quale incidenza hanno le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo sul piano interno e, in particolare, sull’interpretazione delle norme costituzionali? Per verificare il ruolo della giurisprudenza di Strasburgo sulle costituzioni degli Stati parti e sulle norme interne è intervenuto il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa con la pubblicazione di una scheda informativa tematica su tale questione  (Thematic-Factsheet-Constitutional-Matters-eng). In via generale, il modo più rapido per dare esecuzione alle sentenze della Corte europea e ai principi in essa stabiliti è assicurato dall’intervento dei giudici nazionali, senza necessità di attendere i cambiamenti legislativi che sono molto spesso lunghi. In questa direzione – scrive il Comitato – numerose corti costituzionali nazionali hanno proceduto a interpretare anche le norme costituzionali in modo conforme a quanto stabilito da Strasburgo, aprendo la strada a una rapida esecuzione della sentenze CEDU. Il documento raccoglie le sentenze di molti Stati parti relative a un rilevante numero di diritti convenzionali riportando i principi affermati nelle pronunce degli organi giurisdizionali nazionali, classificate per materia in relazione ai diritti venuti in rilievo, nonché il richiamo alle risoluzioni del Comitato dei ministri. Ad esempio, tra le numerose sentenze italiane è ricordata, tra le altre, la pronuncia n. 278 della Corte costituzionale depositata il 18 marzo 2013 che, a seguito della sentenza della Corte europea del 25 settembre 2012, nel caso Godelli contro Italia, ha dichiarato l’incostituzionalità della norma interna che proibiva alle persone adottate di accedere alle informazioni sulla madre biologica senza permettere a un tribunale di accertare l’effettiva volontà della madre. In questo modo – si legge nel rapporto – anche prima dell’adozione di una nuova legge, i giudici nazionali, nei casi dei quali sono stati investiti, hanno proceduto a contattare la madre biologica per accertare la sua volontà di fatto permettendo l’effettiva attuazione del diritto a conoscere le proprie origini.

Nessun commento

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *