Le Nazioni Unite provano a regolamentare, con maggiore efficacia, le questioni attinenti ai debiti sovrani. Il 9 settembre, l’Assemblea generale ha adottato la risoluzione 68/304 relativa all’adozione di un quadro giuridico multilaterale per i processi di ristrutturazione del debito sovrano (N1453005). Il testo, voluto dal Gruppo dei 77 Paesi in via di sviluppo e dalla Cina, è stato approvato con 124 sì, 11 no e 41 astensioni. Tra i voti contrari, quello degli Stati Uniti che temono l’incertezza che potrebbe derivare dall’adozione del nuovo strumento internazionale.
Da tempo, precisa l’Assemblea generale nel Preambolo, la crisi del debito sovrano è diventata un problema ricorrente per gli Stati, con pericolose ripercussioni politiche ed economiche. Se certo dovrebbero essere privilegiate azioni preventive è anche necessario stabilire procedimenti volti a una ristrutturazione che non annienti lo Stato, mettendo a rischio la stabilità, non solo finanziaria, di determinate aree geografiche. In particolare – si legge nella risoluzione – i diritti sovrani di uno Stato, che riguardano anche le scelte per la ristrutturazione dei propri debiti sovrani, non devono essere bloccati o ostacolati da provvedimenti adottati da altri Stati. Di fronte alla volontà di uno Stato di ristrutturare il debito anche gli investitori privati, inclusi gli hedge funds, devono attendere. Il futuro testo convenzionale, che gli Stati sono chiamati a negoziare nella 69esima sessione dell’Assemblea generale, deve tenere conto della necessità per gli Stati in crisi di non subire eccessive ripercussioni negative in grado di far arenare anche i tentativi di una nuova crescita economica.
Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/largentina-chiama-in-giudizio-allaja-gli-stati-uniti.html
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