Proprio mentre il Consiglio di sicurezza è in attesa di ricevere il rapporto annuale presentato dal Segretario generale sulla protezione dei civili nei conflitti armati, il Consiglio, all’unanimità – che non manca mai quando le risoluzioni mettono nero su bianco formule generiche – ha approvato la risoluzione n. 2573 del 27 aprile 2021 (S_RES_2573_(2021)-EN). Constatate le numerose violazioni del diritto internazionale umanitario e l’aumento di civili sempre di più oggetto di attacchi, l’ulteriore deterioramento della situazione a causa della pandemia da Covid-19, il Consiglio ha chiesto a tutte la parti nei conflitti di applicare correttamente il principio di distinzione e di intervenire per ridurre ogni possibile conseguenza su obiettivi civili. Il Consiglio di sicurezza ha anche condannato i comportamenti delle parti in conflitto che portano ad affamare deliberatamente la popolazione civile, tecnica che, oltre ad essere vietata dal diritto internazionale, può costituire anche un crimine di guerra. Le parti dovrebbero, inoltre, intervenire per proteggere le infrastrutture che servono a garantire servizi essenziali come le vaccinazioni e altri supporti medici. Non va dimenticato, infatti, che i civili sono colpiti anche dagli effetti indiretti dei conflitti come mancanza di accesso al cibo, all’acqua, alle cure mediche e da eventi meteorologici estremi (qui gli interventi degli Stati, documento di lavoro). Non è stata accolta la proposta di Estonia, Norvegia e Niger che puntavano ad inserire un riferimento specifico ai cambiamenti climatici.
Da garantire il transito che assicura la fornitura di vaccini e dispositivi medici necessari per arginare la pandemia.
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