Passi avanti per le modifiche alla direttiva 2005/36 sul riconoscimento delle qualifiche professionali (recepita in Italia con Dgls 206/2007) e del regolamento n. 1024/2012 sulla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno. Il Parlamento europeo, il 9 ottobre, ha approvato la proposta di modifica presentata dalla Commissione (qualifiche professionali). Piatto forte del nuovo testo che fa, però, passi indietro rispetto alla proposta della Commissione, l’introduzione di una tessera professionale valida in tutta Europa che consentirà di saltare ostacoli amministrativi a vantaggio del riconoscimento immediato delle qualifiche. Una sorta di patentino, da ottenere nel proprio Stato, che dovrebbe rafforzare la libera circolazione senza deroghe, però, sulla qualità delle prestazioni professionali grazie all’attivazione, per la prima volta, di un meccanismo di allerta operativo nello spazio Ue, in particolare per le professioni sanitarie e riguardanti i minori. Dall’ambito di applicazione della direttiva sono esclusi i notai se nominati con atto ufficiale della pubblica amministrazione. Per gli avvocati, secondo gli eurodeputati, non è necessario introdurre le tessere professionali in quanto è sufficiente il meccanismo già previsto con le direttive 77/249 e 98/5. La tessera professionale sarà emessa su richiesta dell’interessato che intende esercitare la stessa professione in un altro Stato membro, con uno spostamento dell’iter nello Stato di origine. Le spese di rilascio saranno decise da ogni Paese con obbligo di comunicazione alla Commissione.Il nuovo sistema si basa sul meccanismo di informazione dei punti di contatto istituito con regolamento n. 1024/2012 che assicura una maggiore trasparenza nelle procedure, uno scambio di informazioni costante e permette di evitare una duplicazione nell’iter amministrativo. Per le professioni regolamentate con implicazioni sulla salute pubblica o nell’ambito della sicurezza gli Stati membri possono imporre l’obbligo di copertura assicurativa per ogni atto professionale. Porte più aperte anche per i giovani grazie al riconoscimento dei tirocini che devono essere considerati nel momento in cui un diplomato presenta una domanda di accesso a una professione regolamentata nel proprio Stato di origine, nel rispetto di alcune condizioni di chiarezza sulle mansioni svolte. Nell’ambito delle professioni regolamentate non armonizzate, lo Stato membro mantiene la possibilità di imporre una misura di compensazione a condizione che sia proporzionata e debitamente giustificata, con l’obiettivo di consentire un riesame dinanzi agli organi giurisdizionali nazionali.
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Enrica
febbraio 7, 2014La ringrazio molto Prof Castellaneta per il suo interessantissimo sito. Sono italiana peró per vari motivi (amore/lavoro) mi sono trasferita a Madrid dove mi sono laureata in psicologia. Poi per vari motivi (amore finito/lavoro perso) sono tornata a vivere in Italia dove vorrei esercitare la mia professione.
Sto iniziando ora a percorrere il cammino del riconoscimento professionale, peró é veramente lungo e pieno di burocrazia, per alcuni documenti non so davvero da dove iniziare.
Spero davvero le cose diventino piú semplici e non serva tutta questa burocrazia.
Cordialmente
Enrica