Riconoscimento della genitorialità nell’Unione europea in uno studio dell’europarlamento

È stato pubblicato uno studio commissionato dal Dipartimento sui diritti dei cittadini e sugli affari costituzionali del Parlamento europeo intitolato “Cross-Borders Legal Recognition of Parenthood in the EU” (PE 746.632,riconoscimento genitorialità UE) che scandaglia i diversi aspetti problematici della proposta di regolamento sulla competenza, la legge applicabile e il riconoscimento delle decisioni e l’accettazione di atti pubblici in materia di genitorialità e la creazione di un certificato europeo di genitorialità (COM(2022)695, sula quale si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/riconoscimento-della-genitorialita-nello-spazio-ue-la-commissione-presenta-la-sua-proposta.html). Il volume, curato da Alina Tryfonidou, docente di diritto dell’Unione europea nell’Università di Pafos (Cipro), chiarisce le nozioni utilizzate nella proposta e si sofferma sui problemi dovuti al non riconoscimento della genitorialità tra i diversi Stati membri, approfondendo anche la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. Si passa all’esame delle regole UE sulla libera circolazione e sui diritti di ricongiungimento familiare, per poi approfondire i casi pratici relativi al riconoscimento transfrontaliero della genitorialità. Spazio alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo anche con riguardo alle questioni connesse alla maternità surrogata e al riconoscimento del rapporto genitori figli nelle famiglie “arcobaleno”. La parte finale del volume affronta in chiave critica, pur riconoscendo i numerosi aspetti positivi che portano verso la soluzione del problema del non riconoscimento della genitorialità nell’Unione europea, anche grazie al certificato europeo di genitorialità, talune questioni che la proposta di regolamento solleva, incluse le lacune e l’assenza di tutela del minore che vuole esercitare il diritto a conoscere le proprie origini. La pubblicazione si conclude con alcune raccomandazioni inclusa proprio la richiesta di un’aggiunta sul diritto a conoscere le proprie origini e la necessità che la Commissione europea vigili sull’applicazione dell’eccezione dell’ordine pubblico come motivo per non procedere al riconoscimento della genitorialità. Inoltre, si propone una modifica nel senso di applicare il regolamento anche alle situazioni in cui la genitorialità è stabilita in uno Stato terzo.

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