Con ordinanza depositata il 15 novembre, il Tribunale di Bari (sezione g.u.p, giovedì 18 novembre 2010) ha disposto, nell’ambito dell’incidente di esecuzione sollevato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la revoca della confisca dei suoli sui quali era stato costruito l’ecomostro di Punta Perotti, decisa con sentenza della Corte di cassazione, sezione penale, n. 256 del 29 gennaio 2001.
La revoca della confisca che comporta la restituzione dei terreni alle imprese che subirono il provvedimento è una conseguenza -osserva il Tribunale – della pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo del 29 gennaio 2009 con la quale Strasburgo aveva giudicato contrario alla Convenzione il provvedimento di confisca, riservandosi di decidere sul danno patrimoniale. Per il gup, «il giudicato non rappresenta un limite invalicabile per la diretta applicazione nello Stato della normativa europea e delle sentenze che ne rappresentano l’applicazione», anche perché gli Stati, in base all’articolo 46 della Convenzione europea, hanno l’obbligo di conformarsi alle decisioni della Corte europea. A ciò si aggiunga che a seguito della sentenza di Strasburgo il Governo aveva adottato il decreto legge n. 78/2009, convertito con legge 3 agosto 2009 n. 102 per cercare di limitare il possibile impatto economico della successiva sentenza della Corte sulla quantificazione del danno patrimoniale.
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