Via libera all’attuazione della direttiva 2013/33/Ue recante norme relative al’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, nonché della direttiva 2013/32/Ue sulle procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale. E’ stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 settembre, n. 214, il decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142 (protezione internazionale) la cui adozione era stata prevista nella legge di delegazione europea 2013. Con le nuove regole sulle procedure e sull’accoglienza, il trattenimento non può essere disposto con il solo obiettivo di consentire l’esame della richiesta di protezione internazionale. In ogni caso, lo Stato deve migliorare le condizioni di trattenimento per garantire l’assistenza necessaria. Nel segno del rispetto della dignità umana. E’ inoltre imposta la preservazione dell’unità familiare con regole ad hoc per assicurare la piena realizzazione dell’interesse superiore dei minori e adeguate garanzie per i minori non accompagnati che dovrebbero essere accolti in famiglie o centri appositi. Rafforzata anche l’assistenza alle categorie vulnerabili.
Se da un lato è consentito l’accesso nei centri ad avvocati e a personale dell’ufficio delle Nazioni Unite per i rifugiati, dall’altro lato è prevista la possibilità, per le autorità nazionali, di limitare l’accesso per motivi di sicurezza pubblica e ordine pubblico. E’ già disciplinata l’ipotesi dell’eccezionalità ossia che i centri non siano in grado di ospitare altri individui con la possibilità di indirizzarli verso strutture temporanee. Revoca immediata per chi si allontana ingiustificatamente dai centri. Il richiedente, che ha formalizzato la domanda e che non dispone di mezzi sufficienti, ha accesso alle misure di accoglienza del Sistema di protezione per i richiedenti asilo e per i rifugiati (SPRAR). Resta da vedere quali cambiamenti effettivi si realizzeranno nelle condizioni di vita dei richiedenti asilo e protezione internazionale.
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