Europol, l’Ufficio di Polizia europeo con sede all’Aja, ha pubblicato il 13 agosto il terzo rapporto sulla propaganda jihadista online (online_jihadist_propaganda_2020_in_review_0) nel quale sono indicati gli sviluppi di questa forma di reclutamento del terrorismo e le attività criminali dei principali gruppi jihadisti. Ampio spazio è stato dedicato all’ISIS e ad al-Qaeda nonché alle ramificazioni di questi gruppi terroristici e ai tentativi fatti da questi gruppi per arginare le sconfitte subite. Lo studio, condotto dallo European Counter Terrorism Centre’s “European Union Internet Referral Unit” (EU IRU), si basa su fonti dirette e su quanto raccolto nell’analisi online, essenziale perché molto spesso la propaganda sul web si traduce in atti di violenza anche per i richiami continui alle azioni dei “lupi solitari”, commesse da individui che non hanno una diretta affiliazione ai gruppi.
Per quanto riguarda l’ISIS, Europol osserva che la sua sconfitta militare ha condotto anche a una diminuzione della propaganda online che, però, continua in particolare in Africa, territorio che ha un ruolo importante per il gruppo terroristico. L’attività di propaganda è stata svolta soprattutto dai munasir (sostenitori). Al-Qaeda, malgrado le sconfitte subite e le perdite di leader terroristici di alto livello, ha continuato le attività seguendo il modello dei talebani che cercano accordi con i governi locali.
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