Raid sull’ISIS in Iraq: la Francia affianca gli Usa

La Francia, senza alcuna autorizzazione del Consiglio di sicurezza, ha iniziato i bombardamenti sull’Iraq per fermare l’avanzata dell’Islamic State of Iraq and the Levant (Isis). Lo ha comunicato il Presidente François Hollande che ha deciso senza autorizzazione del Parlamento francese al quale si rivolgerà nei prossimi giorni. La decisione è stata presa – si legge in un comunicato dell’Eliseo – su richiesta delle autorità irachene (in realtà sembra più su quelle americane. Si veda, nella fotografia qui sotto, il dialogo tra il Ministro degli esteri francese Fabius e il Segretario di Stato Usa, Kerry). L’azione militare è aerea, senza impiego di truppe su terra e concentrata soprattutto nel nord-est dell’Iraq (declaration-du-president-au-sujet-de-l-irak). Neanche il Regno Unito si era spinto a tanto. Nel 2003, la Francia si era opposta all’intervento statunitense in Iraq sostenendo l’illegittimità dell’intervento in assenza di un’autorizzazione del Consiglio.

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La decisione francese segue quella degli Stati Uniti che hanno ottenuto il via libera del Congresso (Bill Text – 113th Congress (2013-2014) – THOMAS (Library of Congress) e che hanno iniziato i bombardamenti aerei da circa un mese effettuando 170 raid (Weekly Address). Con scarsi risultati visto che l’ISIL mantiene molte delle sue posizioni e continua gli eccidi della popolazione soprattutto cristiana.

Intanto, il Consiglio di sicurezza, in una riunione del 19 settembre, ha adottato una dichiarazione presidenziale con la quale chiede assistenza alla popolazione e la collaborazione con il Governo iracheno al fine di individuare  gli strumenti d’intervento più utili (Statement). Nel testo si esprime una forte condanna nei confronti delle organizzazioni terroristiche che operano in Iraq, Siria e Libano e si chiede di punire gli autori responsabili dei crimini nei confronti della popolazione.

Le posizioni degli Stati sono diversificate (Security Council). La Russia ha chiarito che ogni intervento in Siria deve avvenire con il consenso del Governo in carica. Dal canto suo, il Parlamento europeo, il 18 settembre, ha approvato una risoluzione sulla situazione in Iraq e in Siria e offensiva dell’IS inclusa la persecuzione delle minoranze (PE), con la quale invoca la protezione militare ai gruppi particolamente vulnerabili.

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/isis-lonu-alla-ricerca-di-strumenti-per-fronteggiare-gli-stermini.html .

 

 

 

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