La relazione annuale della Commissione europea sulla Rule of Law e altri documenti hanno evidenziato che la lotta alla corruzione non solo deve continuare, ma deve anche puntare più in alto rafforzando gli strumenti di contrasto perché la sua diffusione è in crescita e ha un costo complessivo, per l’Unione europea, di almeno il 5% del PIL. Così, la Commissione europea il 3 maggio ha presentato una proposta per l’adozione di una nuova direttiva per assicurare il radicamento di una cultura dell’integrità nel settore pubblico e tra i cittadini (COM(2023)234, Proposta corruzione). La proposta punta a eliminare l’eccessiva frammentazione, unire in un solo atto la corruzione nei settori pubblico e privato e superare il limite di interventi di lotta alla corruzione costituito dalla focalizzazione sulla sola concussione. Il nuovo testo andrà a modificare la decisione quadro 2003/568/GAI relativa alla corruzione nel settore privato (recepita in Italia con il decreto legislativo 15 marzo 2017, n. 38) e la direttiva 2017/1371 relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale. La Commissione si propone di riunire i diversi strumenti legislativi connessi alla lotta alla corruzione in un unico atto che porti all’armonizzazione dei reati quali corruzione, concussione, appropriazione indebita, traffico di influenza, abuso di ufficio, arricchimento illecito e ostacolo alla giustizia, arrivando a includere nell’atto Ue tutti i reati previsti dalla Convenzione Onu contro la corruzione del 31 ottobre 2003, in vigore sul piano internazionale dal 14 dicembre 2005 (nota come Convenzione di Merida, ratificata dall’Italia con legge n. 116/2009). Tra le modifiche, la previsione di sanzioni penali più elevate e la messa a disposizione di strumenti di indagine più efficaci. Inoltre, l’Unione vuole limitare che le leggi interne in materia di immunità impediscano l’azione penale e punta anche a introdurre norme minime sui tempi di prescrizione. La proposta di direttiva fissa l’obbligo per gli Stati membri di garantire l’adozione di norme efficaci per la divulgazione e la gestione dei confitti di interesse nel settore pubblico, per la divulgazione e la verifica dei beni dei funzionari pubblici e per le interazioni tra il settore pubblico e privato. Prevista l’istituzione di una rete anticorruzione Ue.
Inoltre, poiché la corruzione non si ferma ai confini dell’Europa ma ha sempre più natura transnazionale, la Commissione e l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza hanno adottato una dichiarazione congiunta nella quale si sottolinea la necessità di istituire un apposito regime di sanzioni nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune (JOIN).
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