Il Consiglio d’Europa aggiorna la Convenzione n. 108 sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati a carattere personale, unico trattato universale in questo settore. L’evoluzione tecnologica e l’emersione di gravi problemi legati al web hanno spinto il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, il 18 maggio, ad aggiornare il precedente Trattato e il suo Protocollo con un nuovo atto che si propone di modernizzare le precedenti regole (personal data; qui il rapporto esplicativo rapporto). Il nuovo Protocollo tiene conto della necessità di garantire il rispetto del diritto alla vita privata in rapporto alle nuove tecnologie dell’informazione, assicurando la massima trasparenza nel trattamento dati. Il testo – scrive il Segretario generale Thorbjørn Jagland – punta a facilitare il flusso transfrontaliero di dati e, al tempo stesso, a fornire “efficaci garanzie in caso di utilizzo di dati personali”. Si tratta di uno strumento flessibile, che fissa taluni principi lasciando un margine di discrezionalità agli Stati nel rispetto del principio di responsabilità di chi tratta i dati e della trasparenza nel procedimento di trattamento dei dati, respingendo decisioni automatizzate. Questo in accordo con il regolamento n. 2016/679 adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio il 27 aprile 2016 sulla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE, noto altresì come regolamento GDPR (General Data Protection Regulation) che entrerà in vigore domani.
Il Protocollo afferma il principio “privacy by design” e introduce tutele a vantaggio dei singoli anche quando le decisioni sono basate sugli algoritmi. Il testo sarà aperto alla firma nel corso della sessione dell’Assemblea parlamentare del 25 giugno. Potranno aderire anche organizzazioni internazionali come l’Unione europea.
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