Nei fenomeni migratori i bambini, in particolare quelli non accompagnati o separati dai genitori, si trovano in una situazione di estrema vulnerabilità e, di conseguenza, è necessario che gli Stati adottino misure che considerino le esigenze specifiche dei bambini, a rischio di violazioni dei diritti umani, soprattutto durante la migrazione verso altri Paesi. Lo chiede il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa con la risoluzione DC 200(2019) (minori non accompagnati) che punta ad assicurare la realizzazione effettiva dell’interesse superiore del minore, in particolare con misure di tutela legale efficaci. In questa direzione, la raccomandazione indica alcuni criteri da seguire per garantire la tutela sin dal primo ingresso del minore, prevedendo la possibilità di accesso alla giustizia. Inoltre, il Comitato dei Ministri ha posto l’accento sulla necessità dell’adozione di queste misure anche per impedire forme di sfruttamento sessuale e lavoro forzato.
Per interventi conformi al diritto internazionale, gli Stati devono prevedere la nomina di un tutore senza alcun ritardo, attraverso una procedura di selezione che permetta la scelta di persone qualificate e un supporto costante delle autorità nazionali. Necessario, poi, un allineamento della legislazione interna con quella internazionale: gli Stati – scrive il Comitato – devono procedere, quindi, a un esame delle norme interne, verificare il pieno rispetto del diritto internazionale e, in caso di contrarietà, procedere alla rimozione delle regole contrarie alle convenzioni internazionali.
La raccomandazione è accompagnata da un allegato con gli orientamenti da mettere in campo per una tutela efficace dei minori non accompagnati, con una parte dedicata agli obblighi e alla missione dei tutori, tenuti a guidare i minori verso l’età adulta e a garantire a tali soggetti vulnerabili anche l’accesso a un legale in tutti i casi in cui i diritti siano lesi o a rischio.
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