Un quadro tra luci e ombre, con alcuni Paesi che restano ancora indietro sul fronte dell’efficienza della giustizia e altri Stati in cui si assiste finanche ad arretramenti dei principi dello stato del diritto. E’ quanto emerge dal “quadro di valutazione Ue della giustizia nel 2018” pubblicato il 27 maggio (Com(2018)364 justice_scoreboard_2018_en) con il quale la Commissione europea fa il punto sull’andamento di un settore cruciale per la democrazia, per i cittadini e le imprese. Rispetto al rapporto dell’anno passato (si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/scoreboard-sulla-giustizia-litalia-arranca.html) la Commissione ha scelto di condurre un’analisi più approfondita sull’indipendenza della magistratura valutando il coinvolgimento dell’esecutivo e del Parlamento in rapporto alla scelta dei giudici. Aspetto cruciale, poi, il livello delle spese delle amministrazioni statali per il sistema giudiziario. Sul punto – sottolinea la Commissione europea – emergono grandi differenze nello spazio Ue che incidono negativamente sul mercato interno.
Nel documento, esaminate le lungaggini dei procedimenti civili e commerciali (con l’Italia maglia nera), è dedicato spazio al settore dell’antiriciclaggio: in alcuni Stati i procedimenti durano 1 anno in primo grado, ma in altri Paesi i tempi sono molto più lunghi con effetti negativi anche sulla lotta alla criminalità.
In via generale la Commissione ha individuato alcuni parametri per ciascun settore. Per valutare l’efficienza sono stati considerati la durata dei procedimenti, il tasso di ricambio e il numero di cause pendenti. Per testare la qualità sono stati considerati gli indicatori sul gratuito patrocinio, sulle spese di giudizio, sulla formazione, sul monitoraggio delle attività dei tribunali, sul bilancio e sulle risorse umane e per l’ambito dell’indipendenza della magistratura la percezione da parte delle imprese e dei cittadini.
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