Crolla il numero di casi pendenti segno che le modifiche predisposte a Interlaken al sistema di supervisione dell’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo da parte del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa funziona. Nel dodicesimo rapporto annuale sulla supervisione dell’esecuzione delle sentenze e delle decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo, presentato il 4 aprile 2019 (Annual Report 2018), il Comitato dei Ministri ha illustrato i dati evidenziando che sono stati chiusi ben 2.705 casi, con la conseguenza che il numero di affari ancora pendenti (6.151) è il più basso dal 2006. Non solo. Nella fase post-Interlaken sono stati archiviati numerosi leading cases, di cui ben 298 nel 2018. I nuovi casi, poi, sono diminuiti passando dai 1.333 del 2017 ai 1.264 del 2018. Sono tre i Paesi con il più alto numero di procedimenti dinanzi al Comitato dei ministri. Si tratta di Russia (385 casi), Turchia (372) e Ucraina (381). Per quanto riguarda l’Italia, per i casi pendenti, con un evidente miglioramento, Roma arriva a quota 245 (389 nel 2017). Sempre per l’Italia, la supervisione rafforzata è stata prevista per 2 casi, quella standard per 6, con un totale di 8 leading cases rispetto ai 6 del 2017. Per i casi seriali, il totale è di 40 a fronte dei 34 del 2017. Sul fronte degli indennizzi versati, se l’Italia migliora la sua posizione avendo dovuto corrispondere 9.792.285 milioni di euro a fronte degli oltre 12 milioni del 2017, il Paese resta su una posizione negativa, svettando al terzo posto nella classifica degli Stati che hanno dovuto corrispondere i maggiori indennizzi. In vetta l’Albania, tallonata dalla Russia con una cifra di poco oltre i 13 milioni e poi segue l’Italia. Luci e ombre anche per il rispetto dei termini: l’Italia resta a quota 17 per i casi in cui è stato rispettato il termine di liquidazione degli importi, scende da 31 a 28 per le pronunce in cui il pagamento è avvenuto fuori termine, ma aumentano i casi (41 rispetto ai 35 del 2017) nei quali il Comitato attende ancora informazioni.
Nel complesso, nel 2018, in ogni caso, l’entità complessiva degli indennizzi concessi dalla Corte europea è aumentata arrivando a 68.739.884 milioni di euro a fronte dei poco più dei 60 milioni del 2017.
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