Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti disumani e degradanti ha pubblicato, il 14 aprile, il 28esimo rapporto annuale relativo all’attività nel 2015 (CPT-Report-2015). Malgrado gli impegni convenzionali, i trattamenti disumani e degradanti continuano ad essere diffusi, con particolare riguardo alla situazione dei detenuti. Nel rapporto, è dedicata una particolare attenzione alla diffusione dell’ergastolo che non è compatibile con l’intento rieducativo e di reinserimento alla base delle pene comminate a seguito della commissione di reati. “È inumano – scrive il presidente del CPT, Mykola Gnatovskyy – imprigionare una persona per tutta la vita senza offrire alcuna prospettiva di liberazione”. Pertanto, il Comitato chiede agli Stati di rivedere le condizioni dei detenuti condannati all’ergastolo perché ogni trattamento deve in ogni caso essere orientato a consentire ai detenuti di poter rientrare a far parte della società. Di qui la richiesta di programmi individuali e personalizzati, con l’eliminazione di ogni regime automatico senza una valutazione delle condizioni dei singoli detenuti.
Il Comitato ha anche chiesto agli Stati che ancora non lo fanno (in particolare la Russia) di rendere pubblici i rapporti di monitoraggio avviati dal Comitato nei confronti dei singoli Stati.
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