Il Comitato europeo dei diritti sociali ha presentato, il 24 marzo, il rapporto annuale sull’attività nel 2019. In primo piano, le violazioni dei diritti sociali dei minori e dei migranti in tutta Europa, con particolare riguardo all’art. 8 della Carta sociale europea che si occupa del diritto delle lavoratrici madri ad una tutela, dell’art. 19 sui diritti dei lavoratori migranti e dell’art. 31 relativo al diritto all’abitazione (ESC, ESC 1). Con riferimento all’anno 2019, l’attività del Comitato ha visto la pubblicazione di 896 conclusioni, con 289 casi di non conformità, 453 di conformità e 154 differimenti causati dalla mancanza di adeguate informazioni. L’attività ha coinvolto 37 Paesi vincolati dalla Carta sociale europea a molti dei quali è stata contestata la violazione delle regole sul lavoro dei minori, di frequente impiegati illegalmente sia nell’economia formale sia in quella informale (ossia in nero). Inoltre, il Comitato ha lanciato l’allarme per il trattamento dei minori migranti, accompagnati o non accompagnati, con notevoli problemi per l’accesso a un alloggio adeguato e sicuro. Gli Stati, inoltre, non fanno abbastanza per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale nei casi in cui sono coinvolti minori e non hanno misure adeguate per combattere la violenza domestica, accertata in numerosi casi sottoposti all’attenzione del Comitato. Mancano, inoltre, misure efficaci per ridurre e prevenire l’alto numero di homeless, fornendo alloggi adeguati.
Per quanto riguarda l’Italia, che ha presentato il suo rapporto nel 2019, il Comitato segnala una situazione a macchia di leopardo, con l’assenza, però, di alcune informazioni necessarie per decidere su alcuni casi (ESC Italy).
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