L’Ufficio del Procuratore della Corte penale internazionale ha diffuso un policy paper sull’applicazione del principio di complementarietà che regola i rapporti tra Stati e Corte penale internazionale. È il primo documento pubblicato sul tema dall’Ufficio del Procuratore che indica il consolidamento strategico dei principi di cooperazione e di complementarietà (Office of the Prosecutor). L’obiettivo della Procura non ha solo una funzione investigativa e giudiziaria interna alla Corte perché può fungere anche da partner per le autorità nazionali, fornendo un’assistenza tempestiva per affrontare i crimini che rientrano nell’ambito del regime di cooperazione dello Statuto della Corte penale internazionale. Va tenuto conto – osserva la Procura che vi è un cambiamento nel comportamento delle autorità nazionali che cercano sempre più di frequente di affermare la giurisdizione sui crimini internazionali in ambito nazionale, anche nell’ambito della giurisdizione universale. Si crea così l’opportunità per ampliare il lavoro delle istituzioni giudiziarie internazionali e nazionali per svolgere un lavoro congiungo nella lotta all’impunità, con un approccio produttivo e dinamico da parte di tutti gli attori coinvolti.
Il documento parte dall’analisi della complementarietà e della cooperazione che devono operare congiuntamente, per poi approfondire i principi guida e l’applicazione pratica. Ad avviso della Procura è anche cruciale il cambiamento nell’architettura tecnologica della Corte che permette la raccolta e l’elaborazione del materiale probatorio che può essere utile anche agli Stati e ad altri organi regionali, nel segno di una maggiore condivisione e capacità di risposta alle richieste di assistenza che arrivano dagli Stati e favorire il riconoscimento di una giustizia più vicino alle comunità colpite dai crimini internazionali che alla base del principio di complementarietà. È da considerare, inoltre, che lo svolgimento di indagini prevede molto spesso la presenza di più organi investigativi.
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