Via libera all’attuazione, anche in Italia, del Protocollo facoltativo al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, adottato a New York il 10 dicembre 2008. L’Italia ha infatti adottato la legge 3 ottobre 2014 n. 152, di ratifica ed esecuzione dell’accordo (Protocollo), che permetterà anche agli individui o a gruppi di individui, sottoposti alla giurisdizione italiana, di presentare una comunicazione contro lo Stato per violazione dei diritti economici, sociali e culturali riconosciuti nel Patto (qui la traduzione non ufficiale del Protocollo Protocollo trad.), tra i quali il diritto al lavoro, all’equo compenso, alla sicurezza sociale. Un atto significativo proprio nell’epoca delle restrizioni ai diritti sociali sacrificati sull’altare del pareggio del bilancio.
La Comunicazione deve essere presentata previo esaurimento dei ricorsi interni ed entro 12 mesi dalla pronuncia interna definitiva. E’ esclusa la competenza del Comitato per fatti successivi all’entrata in vigore del Protocollo. Il Comitato può rifiutarsi di esaminare una comunicazione laddove ritenga che non vi sia un pregiudizio evidente salvo nei casi in cui la questione non sollevi una grave questione di interesse generale. Il procedimento, che può chiudersi con un regolamento amichevole, termina con le osservazioni del Comitato contenute in una raccomandazione inviata allo Stato, il quale entro sei mesi deve fornire una risposta scritta. Il Comitato, qualora non sia soddisfatto delle risposte, può prevedere che lo Stato presenti un supplemento d’informazione.
Il Protocollo è entrato in vigore, sul piano internazionale, il 5 maggio 2013 e, al 27 ottobre, è stato ratificato da 16 Stati, tra i quali il Belgio, il Portogallo, la Slovacchia, la Spagna la Finlandia.
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