Il Parlamento europeo ha diffuso uno studio sull’applicazione del regolamento (CE) n. 1896/2006, che istituisce un procedimento europeo d’ingiunzione di pagamento (EPRS_IDA(2016)587344_EN), condotto da Stephane Reynolds. Nello studio si evidenzia l’applicazione a macchia di leopardo del regolamento perché in alcuni Stati, come Austria e Germania, si è assistito a un boom nell’utilizzo di questo strumento, mentre in molti altri Paesi membri si arranca nell’effettiva attuazione. Molti Stati, tra l’altro, non hanno fornito dati sull’attuazione (tra questi Italia, Lettonia e Romania). L’autore dello studio suggerisce, tenendo conto dell’assenza di armonizzazione dei procedimenti nazionali, l’istituzione di organi specializzati che rendano più agevole l’attuazione (così è avvenuto proprio in Austria e Germania). E’ poi emersa una certa difficoltà nell’applicazione dell’articolo 20 del regolamento che consente al convenuto di chiedere il riesame dell’ingiunzione con alcune proposte di prendere a modello il regolamento n. 4/2009. Necessario intervenire anche sui costi che, per quanto riguarda l’Italia, vanno da 100 a 500 euro per le spese processuali a cui aggiungere i costi dei legali dai mille euro in su a secondo dell’entità del procedimento.
Giova ricordare che dal 14 luglio 2017 sarà applicato il regolamento n. 2015/2421 del 16 dicembre 2015 recante modifica del regolamento (CE) n. 861/2007, che istituisce un procedimento europeo per le controversie di modesta entità, e del regolamento (CE) n. 1896/2006, che istituisce un procedimento europeo d’ingiunzione di pagamento (2015:2421).
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