Primo caso di sentenze pilota per la Germania

Anche la Germania deve fare i conti con la durata eccessiva dei processi interni. La Corte europea dei diritti dell’uomo, con la pronuncia del 2 settembre 2010 (Rumpf contro Germania, n. 46344/06, http://cmiskp.echr.coe.int/tkp197/portal.asp?sessionId=58832789&skin=hudoc-en&action=request), ha condannato Berlino per violazione dell’articolo 6, comma 1 e dell’articolo 13 della Convenzione dei diritti dell’uomo  a causa di un procedimento interno relativo alla concessione di un porto d’armi durato 13 anni e 5 mesi per quattro gradi di giudizio. Per la Corte, la Germania non ha poi fornito alcuni rimedio effettivo alla vittima e non ha concesso alcun indennizzo al ricorrente che la Corte ha quantificato, con riferimento ai danni morali, in 10.000 euro.

Nel dispositivo, i giudici internazionali hanno anche chiesto alla Germania l’adozione di un rimedio effettivo operante sul piano interno in grado di assicurare un’adeguata e sufficiente riparazione alle vittime di processi troppo lunghi. Si tratta, anche per la Germania, di un problema di carattere sistematico, tant’è che dinanzi alla Corte pendono 55 ricorsi che evidenziano analoghi problemi.

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