Il Comitato Onu di alto livello sul futuro delle peacekeeping ha presentato, il 16 giugno, il rapporto sulle operazioni di pace (HIPPO_Report_1_June_2015). Il documento, ha sottolineato il Segretario generale dell’Onu, è indispensabile per mettere in atto i cambiamenti necessari a garantire un sempre più efficace ruolo delle peacekeeping in contesti di grandi cambiamenti, dovuti anche alla natura dei conflitti.
Il Comitato, costituito da 14 membri e presieduto da Jose Ramos-Horta (Timor), ha prospettato, a 15 anni dal rapporto elaborato da un comitato analogo presieduto da Brahimi, e partendo dal presupposto che “peace operations are not simply something the United Nations does but what the United Nations is”, i cambiamenti che si rendono necessari anche per il nuovo ruolo assunto da diverse organizzazioni regionali. Inoltre, sempre più di frequente, le peacekeeping sono chiamate a intervenire in situazioni in cui la violenza estremista è largamente diffusa, con la conseguenza che sussiste un gap tra ciò che è chiesto alle operazioni di pace e ciò che esse possono effettivamente realizzare. E’ certamente necessario – si legge nel rapporto – l’impiego di maggiori risorse anche per permettere di poter rispondere subito alle crisi. Tra i cambiamenti necessari, quattro risultano irrinunciabili: piani e soluzioni politiche chiare per i contesti in cui intervengono le peacekeeping; maggiore flessibilità per rispondere ai cambiamenti sul campo; maggiore cooperazione, con tutte le forze in campo, incluse le organizzazioni regionali; rafforzamento del ruolo del Segretario generale per consentire un approccio legato alle specifiche situazioni. Centrale, ovviamente, la protezione dei civili e una chiara visione del contesto e degli obiettivi da raggiungere.
Si vedano i post http://www.marinacastellaneta.it/blog/peacekeeping-al-via-il-nuovo-comitato-per-la-revisione-delle-operazioni.html e http://www.marinacastellaneta.it/blog/peacebuilding-indispensabile-per-una-pace-duratura.html.
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