Il Parlamento europeo chiede l’abolizione dell’exequatur e invita la Commissione europea «a rivedere l’interrelazione tra i diversi regolamenti che trattano della competenza, dell’esecuzione e della legge applicabile». Con la risoluzione approvata il 7 settembre 2010 sulla revisione del regolamento n. 44/2001 concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale (Testi approvati – Martedì 7 settembre 2010 – Competenza giurisdizionale, riconoscimento ed esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale – P7_TA-PROV(2010)0304), gli eurodeputati, pur ricordando che l’exequatur è rifiutato di rado dalle autorità nazionali e che solo l’1-5% delle esecuzioni determina un ricorso giurisdizionale, ritiene che la procedura del regolamento n. 44/2001 comporti perdite di tempo e spese eccessive non giustificabili nel mercato interno.
Per quanto riguarda gli atti autentici il Parlamento ritiene invece che non dovrebbero essere direttamente esecutivi e auspica l’inserimento di una procedura straordinaria che consenta di contestare l’atto autentico dinanzi ai giudici dello Stato di origine, anche nel corso dell’esecuzione, non solo se contrario all’ordine pubblico, ma anche per errore, falsificazione, etc.
Tenendo conto delle recenti sentenze della Corte Ue, il Parlamento, con riguardo ai diritti della personalità, sostiene che la sentenza nella causa Shevill debba essere meglio qualificata, spingendo i giudici nazionali ad accettare la giurisdizione non quando esiste «soltanto un debole legame con il Paese in cui è stata avviata l’azione», ma nei casi in cui vi è «un legame sufficiente, sostanziale o significativo».
Per il Parlamento, poi, è tempo di istituire una camera speciale all’interno della Corte di giustizia per le domande pregiudiziali riguardanti il diritto internazionale privato.
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