Con la legge 31 ottobre 2024 n. 168 contenente “modifiche alla legge 21 luglio 2016 n. 145 sulle disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 269 del 16 novembre 2024 (missioni internazionali), il Parlamento ha dato il via libera ad alcuni cambiamenti di carattere procedurale (non solo), con una maggiore partecipazione del Governo all’iter di costituzione delle missioni, con l’obiettivo di rendere l’iter più snello e “più rispondente alle rapide evoluzioni del contesto geopolitico internazionale”, anche attraverso una semplificazione delle modalità di riparto del Fondo di finanziamento.
Con il nuovo testo, il Governo, in base alle modifiche all’articolo 2 della legge quadro sulle missioni internazionali, nel trasmettere gli atti alle Camere, indicherà le persone coinvolte “anche in modalità interoperabile con altre missioni nella stessa area geografica”, nonché, se lo ritiene, contingenti “di forze ad alta e altissima prontezza operativa”. In questo modo, è introdotta una maggiore flessibilità perché il Governo chiederà in anticipo alle Camere le possibili interoperabilità tra missioni nella stessa area. In ogni caso, questa possibilità non deve comportare una modifica sotto il profilo delle risorse finanziarie impegnate. Tra le modifiche, l’introduzione di una nuova procedura di ripartizione del Fondo per le missioni internazionali che sarà effettuata dal Ministro dell’economia e delle finanze con decreto e non, quindi, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Non solo. Se in passato i DPCM erano trasmessi alle camere, questa trasmissione è eliminata con la conseguenza che non è più necessario il parere delle Commissioni parlamentari competenti anche per i profili finanziari. Resta fermo – per fortuna – l’obbligo di trasmissione alle Camere per l’autorizzazione di nuove missioni internazionali e per la prosecuzione di quelle in corso. L’altra modifica riguarda il contenuto della relazione analitica che il Governo è tenuto a presentare ogni anno alle Camere per dare conto dell’andamento delle missioni, anche per decidere sulla proroga. Cambiano le scadenze, infatti, perché la relazione dovrà essere presentata entro il 31 gennaio dell’anno successivo e non più entro dicembre: questo al fine di raccogliere i dati in modo completo.
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