Pagamento dei riscatti all’ISIS: no del Consiglio di sicurezza

Isolare l’ISIS e gli altri gruppi terroristici. Divieto di acquistare petrolio. Blocco nel pagamento dei riscatti per impedire il finanziamento dell’Isis (Islamic State of Iraq and the Levant), dell’ANF (Al-Nusrah Fron) e di Al-Qaida. E’ quanto chiede il Consiglio di sicurezza agli Stati nella risoluzione n. 2199 adottata il 12 febbraio all’unanimità, su proposta della Russia nell’ambito del capitolo VII della Carta Onu (N1504028). Al centro dell’attenzione del Consiglio, le efferate uccisioni degli ostaggi, i pagamenti dei riscatti e la distruzione e il traffico del patrimonio culturale in Iraq e Siria, portato avanti dall’Isis e dall’ANF. Di particolare rilievo la richiesta del Consiglio di sicurezza che riafferma che il pagamento di riscatti a gruppi o individui inclusi nell’elenco delle sanzioni ad A-Qaida costituisce una violazione di obblighi internazionali. Il Consiglio ha anche precisato che l’indicato obbligo, riferito nella risoluzione n. 2161(2014) ad  Al-Qaida, si applica anche all’ISIS e all’ANF. Questo vuol dire che gli Stati sono obbligati a non pagare i riscatti e a impedire che privati procedano al pagamento ai gruppi indicati nelle blacklist, inclusi l’ISIS e l’ANF, proprio al fine di fronteggiare il finanziamento dei terroristi che avviene anche con le somme versate per la liberazione degli ostaggi, poi utilizzate per il reclutamento di terroristi e per l’organizzazione di attentati. Preoccupa il Consiglio anche l’incremento di donazioni a gruppi terroristici che va bloccato con controlli delle istituzioni finanziarie internazionali.

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/isis-lonu-alla-ricerca-di-strumenti-per-fronteggiare-gli-stermini.html.

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