Nel dimenticato conflitto in Siria interviene l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons, OPWC) che, nel rapporto presentato il 22 febbraio 2024, ha concluso i lavori constatando l’utilizzo di armi chimiche nel martoriato Paese da parte dell’organizzazione terroristica ISIL, nota come Stato islamico, almeno con riferimento all’attacco a Marea (Siria) del 1° settembre 2015 (S/2255/2024, Marea – Aleppo). Grazie all’istituzione di una commissione di inchiesta, l’Organizzazione continua a raccogliere prove sulla situazione in Siria e, nel quarto rapporto, ha rilevato che vi sono ragionevoli motivi per ritenere che alcune unità dell’ISIL hanno utilizzato l’iprite (noto come gas mostarda), nell’attacco della zona a nord di Aleppo, per conquistare la città di Marea.
Il team di indagine, che non è un organo giurisdizionale, è intervenuto su richiesta della Siria che aveva denunciato l’utilizzo del gas mostarda da parte del gruppo terroristico a Nord di Aleppo.
Il Team ha compiuto esami sui proiettili rinvenuti sul terreno, sottolineando che sei proiettili avevano rilasciato una sostanza che è entrata in contatto con undici persone le quali hanno mostrato sintomi compatibili con il gas mostarda. Ricostruita la catena di comando all’interno dell’organizzazione terroristica, raccolte testimonianze, fotografie e documenti riportate nel rapporto, il Team ha concluso nel senso che vi è una base ragionevole per ritenere che sia stata utilizzata la sostanza chimica proibita da parte di alcuni membri dell’ISIL. Nel rapporto si sottolinea che l’individuazione dei responsabili è basata sullo standard di prova costituito da “reasonable grounds” che è adottato dai diversi organi di indagine a livello internazionale.
Tenendo conto che l’attività dell’OPWC non ha natura giurisdizionale, l’Organizzazione (alla quale partecipano 193 Stati) nel rapporto non ha indicato raccomandazioni per azioni future che invece competono alla Conferenza degli Stati parti ed, eventualmente, alle Nazioni Unite alle quali è stato trasmesso il documento.
In passato, in 20 casi (su 21 rapporti), il Team ha concluso nel senso che è probabile che le armi chimiche, incluso il sarin, siano state utilizzate. Nel rapporto relativo all’utilizzo di armi chimiche, il 22 ottobre 2017, ad al-Yarmouk, invece, il team ha concluso l’indagine accertando la mancanza di prove ragionevoli per ritenere che le indicate armi siano state usate nell’attacco del 2017. Ciò anche a causa degli ostacoli nel reperimento delle prove e nell’individuazione di testimoni molti dei quali ormai deceduti o non disponibili a testimoniare. Così, in questo caso, non è stata raggiunta la soglia richiesta per accertare la responsabilità dell’ISIL (S/2254/2024 OPCW).
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