Onu: Assange vittima di una detenzione arbitraria

Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, deve godere del pieno diritto alla libertà di movimento e la Svezia e il Regno Unito devono rispettare gli atti  internazionali a tutela dei diritti umani. Lo ha ribadito il 15 febbraio l’esperto indipendente dell’Onu sulla promozione della democrazia, Alfred de Zayas, in un appello ai due Stati coinvolti nella vicenda. L’appello segue il documento del 22 gennaio del Working Group sulle detenzioni arbitrarie (Arbitrary detention). Per de Zayas (de Zayas), Paesi che come il Regno Unito e la Svezia hanno un ruolo centrale nell’ambito delle Nazioni Unite non possono non seguire quanto chiesto dal Working Group perché, in caso contrario, aprirebbero la strada a una tutela dei diritti umani à la carte. Senza dimenticare la necessità di proteggere i whistlebowers che lottano contro la cultura del segreto, della disinformazione e delle porte chiuse su casi scottanti e di interesse collettivo. Nel rapporto del Working Group era stato evidenziato che assangeJulian Assange, che vive da quasi quattro anni  nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dopo che la Corte suprema inglese ha dato il via libera alla consegna alla Svezia che vuole indagare su Assange accusato, ma non formalmente imputato, per stupro, è in realtà sottoposto a una detenzione arbitraria tenendo conto dei criteri e delle categorie già individuate dal gruppo di lavoro. Prima detenuto nelle carceri inglesi, di fatto oggi, malgrado la concessione dell’asilo da parte dell’Ecuador, non può uscire dall’ambasciata perché le autorità inglesi non riconoscono il suo status e non esiterebbero a consegnarlo alla Svezia (che pure dopo 5 anni è ancora nella fase delle indagini preliminari), con il rischio di una successiva estradizione negli Stati Uniti. Una detenzione arbitraria, quindi, incompatibile con gli articoli 9 e 10 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e con gli articoli 7, 9, 10 e 14 del Patto sui diritti civili e politici. Il Working group ha anche indicato il rimedio ossia la liberazione immediata e un’equa riparazione. Difficile che i due Stati, anche per le pressioni Usa, seguano le indicazioni del Working Group.

1 Risposta
  • Gian Giacomo Migone
    febbraio 19, 2016

    Meglio la detenzione arbitraria che l’estradizione negli Stati Uniti!: è soprattutto la Svezia che dovrebbe dare assicurazioni in questo senso. Le accuse di stupro, per quanto è stato pubblicato, sono palesemente manipolate. Assange dovrebbe comunque affrontarle in Svezia. Il nuovo governo svedese, meno prono nei confronti degli Stati Uniti e più sensibile al rispetto di regole di trasparenza e di informazione, potrebbe assumere un impegno di questo tipo,soprattutto se sollecitato da un organismo dell’ONU.
    Gian Giacomo Migone
    g.gmigone@libero.it

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