OCDE: necessarie nuove misure per la lotta alla corruzione internazionale

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico affronta nuove sfide per combattere la corruzione internazionale e lo fa con la raccomandazione, adottata il 26 novembre (OECD-LEGAL-0378-en), finalizzata a rafforzare la lotta alla corruzione dei pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali strettamente collegata alla Convenzione OCDE del 21 novembre 1997, ratificata dall’Italia con legge 29 settembre 2000 n. 300 e, per le persone giuridiche, con il Dlgs 8 giugno 2001 n. 231. La raccomandazione del 26 novembre aggiorna quella del 2009 che metteva in primo piano i controlli sull’offerta e il pagamento di tangenti. Il nuovo testo chiede misure più efficaci per prevenire, individuare e indagare i casi di corruzione e per migliorare il quadro legislativo esistente. Tra le azioni suggerite, la previsione di sistemi di incentivazione per le imprese che adottano misure contro la corruzione, una più ampia protezione per coloro che segnalano comportamenti anomali nelle aziende, interventi per l’adozione di regolamenti e codici sui pagamenti impropri e sui regali ai funzionari pubblici. Inoltre, le autorità nazionali devono intervenire sui cosiddetti “small facilitation payments” (talvolta non classificati, in alcuni Stati, come corruzione) proibendo o scoraggiando questa pratica. I punti chiave della nuova raccomandazione riguardano la promozione olistica della lotta alla corruzione, l’attribuzione di maggiori compiti alle unità di intelligence finanziaria, alle autorità fiscali, con una maggiore cooperazione nei casi di corruzione che riguardano più giurisdizioni, anche per evitare doppie sanzioni per la stessa condotta. L’Organizzazione per lo sviluppo economico chiede anche interventi per soluzioni non processuali e la diffusione di programmi etici e controlli interni.

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