Nuove misure per proteggere i minori dal bullismo

Il bullismo è una piaga diffusa in tutto il mondo e l’Assemblea generale delle Nazioni Unite prova a guidare gli Stati nella lotta a questo crimine, incluso il cyberbullismo, attraverso la risoluzione 77/201 adottata il 15 dicembre e diffusa il 3 gennaio 2023 (bullismo). Non basta – osserva l’Onu – la giornata, il primo giovedì di novembre di ogni anno, contro la violenza e il bullismo a scuola, perché il fenomeno, anche a causa della pandemia, si è acuito con gravi disagi fisici e psichici per i minori. L’Assemblea generale chiede tolleranza zero per tutte le forme di violenza nei confronti dei minori, incluse quelle perpetrate sul web e ritiene necessario che gli Stati intervengano sia con misure preventive, in particolare con piani educativi indirizzati alla lotta al bullismo, sia con misure di lotta agli stereotipi e pratiche di riconciliazione che possano ripristinare i rapporti tra le persone coinvolte e ad evitare recidive. Un ruolo centrale deve essere svolto dalle scuole e dagli educatori i quali devono informare i propri allievi dei piani di supporto alle vittime del bullismo. Una particolare attenzione va rivolta ai minori vulnerabili e alla diffusione di una cultura dell’inclusione che faccia comprendere l’importanza della diversità. Tra gli aspetti che possono condurre a un miglioramento diffuso, assicurando la piena attuazione della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia con legge 27 maggio 1991 n. 176,  vi è lo scambio delle best practices messe in campo in molti Stati per prevenire il bullismo e il cyberbullismo e la raccolta di dati. E’ poi di grande importanza che gli Stati adottino piani nazionali per la lotta al bullismo e predispongano campagne pubblicitarie per favorire la conoscenza del clima che genera il bullismo e per fare conoscere le misure di supporto alle vittime, tenendo conto che le ferite provocate del bullismo durano per anni. La responsabilità di proteggere i minori è anche degli attori non statali e, in particolare, delle aziende che devono mettere in campo la tecnologia necessaria per bloccare la diffusione di messaggi che innescano il bullismo.

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