Assicurare un’adeguata protezione della libera circolazione delle informazioni su internet e permettere che il diritto alla libertà di espressione non trovi ostacolo nelle difficoltà relative all’individuazione della legge applicabile alle controversie connesse all’indicato diritto. Lo chiede agli Stati il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa nella raccomandazione 2015(6) adottata il 1° aprile (internet) con la quale il Comitato punta a fermare alcune tendenze degli Stati che bloccano la diffusione di alcuni contenuti su internet. Una misura – scrive il Comitato – che va ammessa solo per tutelare altri diritti dell’uomo, evitando ingerenze sproporzionate e non necessarie alla libertà di espressione e, quindi, al traffico internazionale di informazioni via internet. Ogni limitazione all’utilizzo di internet e alla diffusione di informazioni con questo mezzo deve avvenire nel rispetto dell’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Il Comitato punta invece su sistemi di autoregolamentazione che consentirebbero di garantire il diritto alla privacy e chiede un impegno per l’adozione di norme comuni relative alla legge applicabile e all’individuazione del giudice competente a decidere su controversie in materia di libertà di espressione e dei servizi cloud.
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