Aumenta la fiducia dei cittadini nei confronti del Mediatore europeo. Nel 2017, infatti, il Mediatore Ue Emily O’Reilly ha ricevuto 2.181 denunce, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Non solo. Le denunce rientranti nel mandato del Mediatore sono state 751 (711 nel 2016), con la Commissione europea oggetto principale delle segnalazioni. Restano ancora troppo alte quelle al fuori del mandato del Mediatore: sono state 1.430 a fronte delle 1.169 del 2016. Segno anche di una non sempre corretta conoscenza del meccanismo.
Nel complesso, ben 15.837 persone sono state assistite dal Mediatore che ha avviato 447 indagini e ne ha chiuse 363. E’ quanto risulta dal rapporto annuale presentato dal Mediatore europeo con riguardo all’anno 2017 con il quale il mediatore ha fatto il punto sulle attività e sulle nuove iniziative messe in campo dallo stesso organismo (mediatore). Prima tra tutte l’apertura di un focus per assicurare che i cittadini siano adeguatamente informati dei propri diritti a seguito della Brexit. Nell’anno passato, poi, è stata introdotta la procedura fast-track per assicurare maggiore velocità nell’esame delle denunce relative all’accesso ai documenti delle istituzioni. Tra i casi trattati, quello di un giornalista che aveva chiesto a Frontex di avere accesso ai dati sugli incidenti in cui era stata coinvolta: il giornalista ha denunciato il caso al Mediatore e Frontex ha seguito le raccomandazioni inviate dall’Ombudsman. Di particolare importanza l’indagine sui tirocini non retribuiti presso il Servizio europeo per l’azione esterna che ha messo fine alla discriminazione rispetto ai tirocini in altre istituzioni e organismi Ue.
Dall’Italia sono arrivate 123 denunce, con la Spagna in vetta alla classifica a quota 430, seguita dalla Germania (234), dal Belgio 134, dalla Francia (124), dalla Polonia (144).
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