Lussemburgo celebra l’anno più produttivo nella sua storia

La Corte di giustizia dell’Unione europea, nel 2013, ha dovuto affrontare e risolvere il numero più elevato di cause arrivate a Lussemburgo dal momento della sua creazione. E’ quanto riportato nella relazione annuale presentata nei giorni scorsi relativa all’intera attività nel 2013 (it_version_provisoire_web). Un livello di produttività senza precedenti quello del 2013 con ben 1.587 cause concluse. Aumenta anche il numero di cause promosse dinanzi agli eurogiudici segno del successo del funzionamento della Corte. Con un più 10% rispetto al 2012. Il numero di rinvii pregiudiziali è arrivato a quota 450 (mai un numero così alto). Tutti elementi che indicano il successo della Corte Ue ma che mettono anche a rischio l’efficienza del sistema giurisdizionale nel suo complesso. In questa direzione, la Corte è costantemente attiva nell’introduzione di meccanismi in grado di assicurare il buon funzionamento al fine di garantire una giustizia effettiva. Basti ricordare il continuo aggiornamento delle istruzioni pratiche alle parti anche sui ricorsi diretti e le impugnazioni (le nuove istruzioni sono entrate in vigore il 1° febbraio 2014). Va sottolineato che, per i rinvii pregiudiziali, dall’inizio della sua attività all’intero 2013, la Corte si è pronunciata su 8.282 cause. Il numero più alto di rinvii pregiudiziali è targato Germania (2.050), seguita dall’Italia (1.227), dalla Francia (886), dai Paesi Bassi (879), dal Regno Unito (561).

Per quanto riguarda la durata dei procedimenti, le sentenze sui rinvii pregiudiziali sono state prese in 16,3 mesi (nel 2012 15,6 mesi). Aumenta la durata dei ricorsi diretti che raggiunge 24,3 mesi a fronte dei 19,7 mesi del 2012. Ben il 48 % delle cause sono state rese senza le conclusioni dell’avvocato generale. Boom poi di sentenze nelle quali la Corte fa riferimento e interpreta la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. L’Italia, per i ricorsi per inadempimento, è al secondo posto (5), preceduta dalla Polonia (8).

Scandagliando i dati per i singoli organi, nel 2013 le cause promosse dinanzi alla Corte Ue  sono state 699, 701 quelle definite, 884 quelle pendenti. Tra le cause promosse nel 2013, 62 procedimenti hanno riguardato questioni inerenti alla proprietà intellettuale e 59 quelle sullo spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Per le pronunce rese in via definitiva 74 attengono alla fiscalità, 46 allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia e 43 alla proprietà intellettuale.

Passando al Tribunale le cause promosse sono state 790 (617 nel 2012), quelle definite 702 e quelle pendenti 1.325 (1237 nel 2012). Qui il pieno lo fanno le cause in materia di proprietà intellettuale (293).

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