L’Unione europea protesta per la decisione dell’Argentina di espropriare le azioni di una società spagnola

Il Governo argentino è pronto a espropriare la società petrolifera YPF, controllata dalla spagnola Repsol. La Spagna protesta e questa volta (ci sono di mezzo troppi soldi) l’Unione europea interviene subito, addirittura con una dichiarazione dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Catherine Ashton che quando ci sono di mezzo i diritti umani è più esitante a scendere in campo.  A fronte dell’espropriazione voluta dal Presidente Cristina Kirchner e dal Governo argentino che, il 16 aprile, ha presentato un progetto di legge al Congresso chiedendo dell’espropriazione del 51% della compagnia petrolifera YPF (http://www.casarosada.gov.ar/informacion/actividad-oficial/25808-el-gobierno-enviara-al-congreso-el-proyecto-de-ley-de-expropiacion-del-51-por-ciento-de-ypf), il Parlamento europeo ha adottato il 20 aprile una risoluzione (http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2012-0143+0+DOC+XML+V0//IT&language=IT) con la quale ha chiesto alla Commissione europea e al Consiglio di verificare la sospensione parziale delle preferenze tariffarie unilaterali. Una protesta anticipata dall’Alto rappresentante (129568) che ha invocato un immediato ricorso alle misure diplomatiche per risolvere la controversia.

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