Lotta alla corruzione tra buone pratiche e zone d’ombra: pubblicato il rapporto del GRECO

La corruzione tra i parlamentari è una piaga diffusa in tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa e continua a dilagare perché i Paesi europei non attuano le raccomandazioni del Gruppo di Stati del Consiglio d’Europa contro la corruzione (GRECO) che, nel 2024, celebra il 25esimo anniversario della sua istituzione. È quanto emerge dal rapporto annuale per il 2023 sulla corruzione nei Paesi del Consiglio d’Europa pubblicato il 30 maggio 2024 (Greco) nel quale il GRECO ha sottolineato che la corruzione, tra le minacce principali per i valori fondamentali degli Stati europei, è più diffusa tra i parlamentari rispetto ad altri gruppi professionali, situazione che causa un’erosione della fiducia dei cittadini verso le istituzioni legislative, esecutive e giudiziarie. Il rapporto è rivolto ad analizzare, in particolare, la “promozione dell’integrità tra le funzioni esecutive di alto livello nei Governi centrali” e mette in risalto la necessità di una maggiore trasparenza e di misure più efficaci per fronteggiare l’impunità che “aggrava il rischio di corruzione e mina la fiducia dei cittadini”. Gli Stati mostrano ancora una certa debolezza nell’affrontare la corruzione legata alle più alte funzioni esecutive e nel fronteggiare la corruzione legata ad attività di lobby. Il GRECO rileva la necessità di adottare codici di condotta, nonché strumenti per gestire i conflitti di interesse e delle lobby, meccanismi di monitoraggio delle dichiarazioni patrimoniali, prevedere limiti all’applicazione dell’immunità e delle cosiddette porte girevoli. Inoltre, devono essere attuate in modo effettivo le misure per proteggere i whistleblowers che sono centrali per scardinare i fenomeni corruttivi. Ad avviso del GRECO, in via generale, gli Stati non hanno dato seguito alla richiesta di incrementare la diffusione dei codici di condotta per i membri del parlamento e molti Stati non hanno provveduto all’adozione di questi codici che, in ogni caso, anche laddove adottati non hanno dimostrato di essere realmente applicati. Situazione analoga per le dichiarazioni sul patrimonio dei parlamentari che sono previste quasi ovunque, ma con limiti all’accesso alle informazioni. I Paesi membri, invece, hanno proceduto all’adozione delle regole sui lobbisti, puntando al rafforzamento della trasparenza che, però, va ancora migliorata soprattutto per vigilare sui rapporti tra lobbisti e membri del Parlamento.

Una sezione è dedicata alla prevenzione della corruzione tra giudici e procuratori. Per quanto riguarda l’Italia, la percentuale di attuazione delle misure richieste dal GRECO è alta con riferimento agli strumenti per la lotta alla corruzione nel sistema giudiziario (83%), mentre crolla nettamente nel caso di misure rivolte ad arginare i casi di corruzione tra i parlamentari (50%).

 

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