Battuta di arresto in tutta Europa nella lotta alla corruzione. Dopo importanti passi avanti, gli Stati, nel 2017, hanno frenato il percorso nell’adozione delle riforme necessarie ad adempiere agli obblighi internazionali, in particolare attuando in modo effettivo le Convenzioni e le raccomandazioni del Consiglio d’Europa. Lo scrive il Gruppo di Stati del Consiglio d’Europa contro la corruzione (GRECO) nel rapporto annuale diffuso oggi, relativo al 2017, intitolato “Trend nella lotta alla corruzione, sfide e buone prassi in Europa e negli Stati Uniti”. La corruzione – scrive il Greco – è una minaccia per la democrazia e va fronteggiata con una maggiore trasparenza in ogni settore. Nel rapporto sono esaminate le misure prese per attuare le raccomandazioni del Consiglio d’Europa nei casi di corruzione che coinvolgono parlamentari, giudici e procuratori. Tra le misure indispensabili, il divieto di accettare doni e la diffusione di codici di condotta. Non mancano le buone prassi: in particolare il Greco sottolinea, per i parlamentari, le misure prese negli Stati Uniti, per i giudici quelle del Regno Unito e della Slovenia e per i procuratori le misure previste nei Paesi Bassi, in Croazia e in Francia. Uno spazio è dedicato al ruolo dei giornalisti nella lotta alla corruzione, con un approfondimento del giornalismo d’inchiesta in particolare nel caso dei Panama Papers. Chiude il documento uno scritto su “Journalists are defenceless while corruption is armed”, scritto dai figli della giornalista di Malta Daphne Caruana Galizia, uccisa brutalmente per le sue inchieste sulla corruzione.
Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/lotta-alla-corruzione-in-italia-ancora-non-conforme-agli-obblighi-internazionali.html
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