In vigore, dal 1° febbraio 2022, la legge europea 2019 – 2020 che, con 48 articoli, interviene a modificare talune norme contenute nella legge 24 dicembre 2012 n. 234 e, soprattutto, a provare a evitare la prosecuzione di alcune procedure di infrazione che pendono sull’Italia, incluse le procedure EU-Pilot. In questa direzione, la legge europea n. 238, adottata il 23 dicembre 2021, intitolata “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2019-2020” (legge europea) interviene in diversi settori tra i quali la libera circolazione delle persone, la protezione dei consumatori, l’ambiente, la libera prestazione dei servizi, la giustizia, la sanità, gli affari economici e monetari, l’energia.
Tra le modifiche di carattere generale, va ricordato l’intervento sull’azione di rivalsa, voluto anche per garantire effettività agli articoli 117 e 119 della Costituzione, nonché per attuare il principio di imputabilità affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 219/2016: l’articolo 42 della legge europea 2019-2020, che incide sull’articolo 43 della legge n. 234, attribuisce al Ministro dell’economia e delle finanze la possibilità di adottare uno o più decreti di concerto con i Ministri competenti per materia, per definire i “criteri e le procedure riguardanti i procedimenti istruttori propedeutici all’esercizio dell’azione di rivalsa” nei confronti di regioni o di altri enti pubblici responsabili della violazione del diritto dell’Unione. E’ inoltre previsto il potere sostitutivo dello Stato nei confronti degli enti responsabili della violazione degli obblighi derivanti dall’Unione europea o dalla mancata tempestiva esecuzione delle sentenze della Corte Ue.
Tra gli interventi più rilevanti, quelli rivolti al riconoscimento delle qualifiche professionali (Procedura di infrazione n. 2018/2175), alle domande di protezione internazionale per adeguarsi alla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea nelle cause riunite C-297/17, C-318/17 e C-319/17, alla lotta all’abuso e allo sfruttamento sessuale dei minori (direttiva 2011/93/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, e che sostituisce la decisione quadro 2004/68/GAI del Consiglio).
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