Dopo quasi 15 anni, la sentenza della Corte internazionale di giustizia del 31 marzo 2004, nel caso Avena e altri cittadini messicani che ha visto contrapposti Messico e Stati Uniti, non è stata ancora eseguita. L’Assemblea generale prova, inutilmente, a spingere gli Stati Uniti a eseguire il verdetto della Corte all’Aja con l’adozione della risoluzione approvata, di misura, il 20 dicembre (A_73_L-63-EN). Con 69 sì, 4 contrari (Israele, Liberia, Isole Marshall e gli stessi Stati Uniti) e 66 astensioni, l’Assemblea generale ha chiesto il pieno rispetto della Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari del 24 aprile 1963. Come è noto, la Corte internazionale di giustizia aveva constatato che gli Stati Uniti non avevano garantito il diritto dei detenuti messicani ad essere informati e a incontrare il console e, quindi, la stessa Corte aveva disposto, proprio per la mancata assistenza consolare, un’adeguata riparazione all’illecito o la revisione delle pronunce con le modalità scelte dagli Stati Uniti.
Dal canto loro, gli Stati Uniti hanno votato contro la risoluzione ritenendo che la controversia ha carattere bilaterale e non deve essere oggetto di discussione dinanzi all’Assemblea generale. I Paesi Ue hanno votato divisi, con Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Germania, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia a favore della risoluzione, mentre Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria si sono astenuti.
Qui la posizione del Messico (messico) e qui quella degli Stati Uniti (stati uniti).
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